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Il mio cammino tibetano Tradizioni dal Mondo

Il Losar, il capodanno tibetano

11 Giugno 2025

Il Losar, il capodanno tibetano

Una mattina, mi son svegliata e… dal 2025 sono stata catapultata direttamente al 2152! E sapete come mai? Perché era iniziato il Losar, il capodanno tibetano, e io mi trovavo a McLeod, il quartiere di Dharamsala dove vive il Dalai Lama!

L’anno zero nel calendario tibetano corrisponde al 127 a.C, ovvero l’anno in cui venne proclamato il primo re dell’Impero tibetano, di cui racconto la leggenda nel mio libro. E il Losar, ovvero il capodanno, non si festeggia il 1 gennaio come da noi, ma a febbraio o addirittura anche a marzo, e sapete perché? Il calendario tibetano, come ho già raccontato nella pillola sull’astrologia tibetana, è basato sui cicli lunari. Un anno è composto da 12 mesi di 30 giorni ciascuno ma, ogni tre anni, l’astrologo ufficiale aggiunge, o inserisce, un mese. Dove decide lui.

E il capodanno capita sempre con la luna nuova di febbraio, o con quella di marzo nell’anno in cui c’è il mese in più. Ma dettagli tecnici a parte, qual è la storia di questa festività? E quali sono le tradizioni a lei legate?

Storia e tradizioni del Losar

La celebrazione del Losar, dove Losar in tibetano significa nuovo anno, è fatta risalire addirittura al periodo pre buddhista, quando in Tibet si praticava la religione Bon. Con il tempo, con l’avvento del buddhismo e dell’Impero tibetano, sembrerebbe che questa festa sia poi diventata ufficiale.

I preparativi del Losar iniziano con lo scoccare dell’ultimo mese dell’anno. E cosa si fa? Si cucina, si pulisce e si preparano gli abiti nuovi da indossare durante le celebrazioni. Il primo giorno di Losar, quindi il primo giorno dell’anno, si rimane in casa con la famiglia, si mangia, si chiacchiera e si gioca a carte. Il secondo si va al monastero indossando, appunto, ognuno il proprio abito migliore: la chuba è il vestito tradizionale tibetano i cui particolari variano da regione a regione. E si fa visita ad amici e parenti. E il terzo giorno? Sempre in monastero e nei dintorni del monastero per la cerimonia dell’incenso: fumo e odori magnifici ovunque!

Il cibo tradizionale

I khapse

Odore di fritto, ovunque, in qualsiasi angolo di McLeod Ganj e per tutto il mese precedente al Losar. Perché chiunque preparava i khapse, i tipici biscotti tibetani. Farina, burro, zucchero, sale, uova e coloranti alimentari, si impasta tutto e si preparano varie forme. E poi si frigge! Ma i primi khapse pronti si offrono al Dalai Lama e alle divinità, motivo per cui nei monasteri se ne preparano quantità enormi: i monaci preparano pile altissime di biscotti. Come anche statue altissime di burro tibetano!

I gu thuk

E poi? Che si mangia? Il ventinovesimo giorno dell’ultimo mese dell’anno si preparano i gu thuk: una zuppa di pasta, verdure e carne dove la pasta non è pasta normale ma sono palline di farina, acqua e sale che vengono cotte all’interno della zuppa. Ma, alcune di queste palline, vengono preparate più grandi delle altre in modo da poter mettere al loro interno dei bigliettini di buon auspicio e non (bigliettini avvolti nella plastica e inseriti nelle palline di pasta che finiscono nella zuppa!!!). E quando si cena tutti insieme, si aprono le palline grandi per vedere che bigliettino è capitato ad ognuno dei partecipanti.

Noi i bigliettini li avevamo fatti un po’ a modo nostro, ad esempio “Quest’anno diventerò ricco” oppure “Ingrasserò sicuramente ancora!” ma in realtà la tradizione tibetana dice anche cosa scrivere sui biglietti e a cosa si riferisce. Vi faccio qualche esempio: se trovi il bigliettino con su scritto “sale”, vuol dire che sei una persona folle, invece se trovi quello su cui è scritto “sole e luna” vuol dire che avrai gloria e fama nell’anno a venire.

Marilena Pepe il mio cammino tibetano
Khapse e gu thuk

Poi ci sarebbe anche il dresil, un riso zuccherato e condito con uvetta e frutta secca, che si mangia durante i giorni di Losar, che io non ho assaggiato durante la festività ma al monastero del Dalai Lama durante uno dei suoi insegnamenti.

E per concludere il ventinovesimo giorno dell’ultimo mese dell’anno si lavano gli uomini, il trentesimo le donne e durante il Losar, per scaramanzia, non si pulisce casa. E io ho seguito queste regole? Beh, il ventinovesimo giorno ho fritto khapse come se non ci fosse un domani, quindi sì, il giorno dopo mi sono decisamente fatta una bella e lunga doccia! E la camera? Considerando che il giorno dei khapse e dei gu thuk il via vai da me è stato continuo, ovviamente mi è toccato pulire e poi… mi sono presa le mie meritate ferie!

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