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I quartieri di Istanbul

1 Gennaio 2023

I quartieri di Istanbul

E dopo l’arrivo e il giro a Galata e la giornata intera passata girando per Sultanahmet e per i bazar di Fatih, ho deciso di unire il mio secondo e terzo giorno in un’unica pillola: in giro per i quartieri di Istanbul!

Istanbul è gigantesca e in questa pillola sicuramente non vi racconterò tutti i suoi quartieri, anche perché io stessa non li ho ovviamente girati tutti in tre giorni e mezzo. Ma vi narrerò del mio secondo e terzo giorno in giro per la città in cui ho scoperto delle zone particolarissime, ricche di storia e anche di colori! Partiamo!

I quartieri di Istanbul: Fatih, Fener e Balat

Secondo giorno e decido di partecipare ad un tour di gruppo organizzato da Scoprire Istanbul: guide locali che parlano italiano, e che c’è di meglio?

Fatih

Il quartiere di Fatih è situato nella parte europea della città ed è confinante con quello di Sultanhamet. È stato fondato dai Greci durante l’impero Bizantino ma poi, quando l’impero Ottomano conquistò la città con il sultano Mehmet, egli diede il suo nome alla zona, ovvero Fatih che significa il conquistatore. Ma ciò non vuol dire che questo quartiere contenga solo caratteristiche ottomane, anzi.

Oggi Fatih è il sobborgo più conservatore a livello religioso e al suo interno, oltre che alla stupenda moschea di Fatih una delle più belle viste ad Istanbul, e i bazar visitati in autonomia il giorno precedente, racchiude molto altro.

Ad esempio Zeyrak, il luogo dov’è possibile vedere le case di legno antiche tipiche dell’Impero Ottomano. Ma non solo, perché la moschea della zona un tempo era una chiesa e, proprio come Hagia Sofia, al suo interno troviamo la nicchia verso la Mecca spostata di 15 gradi ad est rispetto alla vetrata centrale e una parte di tappeto rialzato, per mostrare il pavimento sottostante.

Çarşamba è una zona molto conservatrice, forse la più conservatrice di tutta Fatih. Pensate che sulla sua strada centrale esistono per la maggior parte negozi che vendono esclusivamente abbigliamento destinato a donne e uomini islamici: abiti da tutti i giorni ma soprattutto abiti destinati alla visita alla Mecca, uno dei fondamenti della religione.

E qui breve parentesi sull’Islam. La moschea, come facilmente si può intuire, è la casa di Dio e i fedeli, prima di entrarci, devono lavarsi mani, piedi e viso: ecco perché fuori dalle moschee ci sono molti rubinetti, è dove le persone effettuano le abluzioni. Nella religione islamica esistono 5 pilastri fondamentali. Il primo è che il fedele deve seguire i principi della religione. Il secondo è che deve pregare cinque volte al giorno, momenti scanditi dal canto del muezzin che proviene dai minareti delle moschee. Il terzo invece prevede di aiutare i poveri, il quarto si riferisce al digiuno del Ramadan e il quinto è che un buon musulmano deve recarsi almeno una volta nella vita in pellegrinaggio alla Mecca. Ed ecco spiegato il perché dei negozi della zona di Çarşamba.

Fener e Balat

Camminando camminando si giunge ai quartieri di Fener e Balat: il primo rimasto greco dai tempi antichi e il secondo dedicato al popolo ebraico. E sapete perché? Perché quando gli ebrei vennero perseguitati in Spagna, la città di Istanbul mandò lì una serie di navi appositamente per portarli in salvo. E quindi, arrivati qui, si stabilirono nel quartiere di Balat e in quello di Kuzguncuk, di cui dopo vi parlerò.

Così in questi pochi km, che pochi non sono se fatti a piedi, si possono scoprire e visitare un sacco di cose! Anche una chiesa ortodossa a Fener, vicino al Liceo Greco Ortodosso, tutto in mattoni rossi, ma anche il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli che per gli ortodossi ha lo stesso significato di San Pietro per i cristiani. Ma io all’inizio non avevo detto “colori”? Esattamente! Un sacco di case particolari e colorate per tutte le stradine labirintiche di Fener e Balat! E per gli amanti di Instagram consiglio Vodina Caddesi, Kiremit Caddesi e soprattutto una limonata alla fragola o alla menta al coloratissimo e particolarissimo Cafe Naftalin K.

I quartieri di Istanbul: Uskudar e Kuzguncuk

Terzo giorno e, come vi ho accennato nella prima pillola, Istanbul è l’unica città ad essere su due continenti. E che fai, sei qui, e un salto in Asia non lo fai? Traghetto da Eminonu diretto da Uskudar, e più ci si allontana dalla costa di Sultanahmet e più si ha la possibilità di ammirare il più affascinante skyline di Istanbul! Ma non ho deciso di passar di là solo per quello: lo sapete che Uskudar è addirittura più antica di Istanbul?

Uskudar

Uskudar, che un tempo era chiamata Crisopoli, fu fondata dai greci qualche decennio prima rispetto a Bisanzio. Punto strategico, veniva utilizzata come porto e cantiere navale ed era un importante punto di passaggio verso l’Asia: addirittura per un periodo veniva chiesto un pedaggio alle navi dirette verso il Mar Nero!

Poi ci fu l’Impero Romano che aveva Costantino I come imperatore della parte occidentale e Licinio di quella orientale. E che fai? Non litighi e tiri su la Battaglia di Crisopoli? E così vinse Costantino I e inglobò sia questo quartiere che Calcedonia, l’odierna Kadikoy, con il resto di Istanbul. Scutari invece fu il nome di Uskudar durante l’Impero Ottomano: chiamarono così il quartiere come l’omonimo palazzo dell’Imperatore.

Arrivar qui non è come giungere nell’Asia che tutti conosciamo: mercati, spaghetti di riso e occhi a mandorla. Uskudar è un quartiere di Istanbul ed è esattamente come il lato europeo, con un’unica differenza: molti meno turisti. E dopo un caffè e la visita in una delle moschee più antiche della città, la Mihrimah Sultan Camii, mi sono diretta sul lungo Bosforo e passeggiando sono arrivata davanti alla Torre di Leandro, un altro dei simboli di Istanbul.

E indovinate un po’? In ristrutturazione! L’avevo già notato dal traghetto ma pensavo che i miei occhiali fossero così sporchi da aver visto male… E invece la mia vista ci aveva preso alla grande! E quindi torno presso il porto di Uskudar e prendo un bus diretto ad un sobborgo del quartiere: Kuzguncuk!

Kuzguncuk

Uh che pace, e che colori! Ma non solo: l’avevate mai vista una chiesa armena di fianco ad una moschea? Io no! Kuzguncuk è sempre stato un luogo di convivenza tra molte religioni e popoli: armeni, greci, turchi e ebrei. Proprio come vi ho raccontato per Fener e Balat. Qui però proprio tutti appiccicati sono sempre stati: ma se il mondo fosse tutto così, non sarebbe più bello?

E a Kuzguncuk, ancor meno turisti, neanche uno che parlasse inglese! Ma sono riuscita lo stesso a mangiare, a fare merenda e a utilizzare il wifi e… Sorridendo ho anche vinto un assaggio di patate dal cuoco del locale in cui ho preso un caffè! I Turchi e le donne: potrei scriverci un libro!

E finiscono così i miei tre giorni e mezzo in questa meravigliosa città: ovviamente la passeggiata in Istikal Caddesi, la via più famosa di Istanbul, l’ho fatta anche io, e anche un secondo giro al Gran Bazar con tanto di shopping. Ma tornerò, Istanbul è magica e la Turchia mi attira tantissimo! E quindi… Stay Tuned! 😉

Video You Tube: Tre giorni e mezzo a Istanbul

Instagram: Tre giorni e mezzo a Istanbul, La Magica Istanbul

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