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Il Kathakali

“Voglio vederti danzare, come i dervishes turners che girano, sulle spine dorsali o al suono di cavigliere del Kathakali..”

Battiato l’ha menzionato in una delle sue canzoni più celebri, ma cos’è esattamente il Kathakali?

Il Kathakali è una delle forme espressive teatrali più famose e antiche dell’India. Le sue origini si ritrovano nel Kerala, e quest’arte è una delle icone di questo stato. La parola Kathakali letteralmente significa rappresentazione di storie, ed è effettivamente così: è una combinazione di cinque espressioni artistiche che insieme formano un racconto.

Gli spettacoli di Kathakali rappresentano l’eterna lotta tra il bene e il male presente nei poemi epici indiani come il Ramayana e il Mahabharata. Iniziano al tramonto, durano per tutta la notte, perché il buio rappresenta il male, e terminano all’alba, con la luce del giorno che simboleggia la vittoria del bene.

Il Kathakali racchiude nella sua rappresentazione ben cinque forme d’arte: danza (Nritya), mimica (Abhinaya), musica (Sangeetham), pittura espressa nel trucco (Chithram) e la poetica (Sabithyam). Praticamente il testo del racconto viene cantato e suonato e il ballerino, attraverso i Mudra che sono specifiche espressioni del corpo, narra la storia mimando la vicenda. E i vari personaggi sono riconoscibili dai loro pesantissimi costumi (alcuni arrivano addirittura a 25 kg!) e al tipo di trucco “indossato”.

Il trucco del Kathakali

Ogni tipo di trucco ha un suo specifico nome e rappresenta un insieme di personaggi con tratti comuni.

Pacha, che vuol dire viso verde, rappresenta i protagonisti nobili e le divinità.

Kathi, che è un trucco sempre verde ma con l’aggiunta di piccoli pomelli bianchi disegnati su naso e fronte, rappresenta i personaggi cattivi, come ad esempio Ravana, il demone protagonista nella lotta contro Rama nel celebre Ramayana.

Poi c’è il Thadi, che vuol dire barba, che si differenzia in tre tipi: barba bianca per i personaggi non umani, come ad esempio Hanuman, la scimmia che aiuto Rama a sconfiggere Ravana; barba rossa per gli spiriti maligni e infine la barba nera che simboleggia gli abitanti della foresta.

E infine arriviamo ai personaggi femminili anche se il Kathakali all’inizio era un’arte solamente maschile: Kari è un trucco completamente nero che sta ad indicare demoni donne e streghe mentre il Minukku è destinato alle protagoniste femmine e ai saggi.

Ecco, il Pacha è più o meno così.. diciamo che ci ho provato! 🙂

Una forma d’arte antichissima che richiede una preparazione molto lunga sia per lo spettacolo in sé sia a livello fisico considerando che ogni minimo muscolo del corpo dei ballerini viene mosso e recita una parte. Pensate, nel Kathakali esistono ben 470 simboli che gli artisti mimano attraverso espressioni facciali, movimenti delle mani e delle parti del corpo. E se non credete che sia così difficile guardate questo video e ripetete poi tutte le sue espressioni facciali… io ci sto ancora provando!

P.s: E ora ti starai chiedendo: ma i dervishes turners invece? Arriverò anche lì, non temere!

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