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Induismo: caste e divinità

9 Maggio 2020

Induismo: caste e divinità

Donne in giro e un articolo sull’induismo: sotto certi aspetti può sembrar strano ma varie letture su questo tema hanno scatenato in me una curiosità pazzesca! Per colpa (o per merito, bicchiere sempre mezzo pieno!) del lockdown, il fascino di questa religione, che più che una religione è uno stile di vita, mi ha completamente rapita.

L’induismo è una delle più antiche religioni della terra, diffusa soprattutto in India. Più che un credo è un modo di vivere, un insieme di usanze che si sono accumulate nel corso dei secoli. Non esiste né un padre fondatore né tanto meno un’autorità centrale e la sua origine non la si può collocare in un preciso anno indietro nel tempo. 

Il Dharma e il Karma

La vita di un induista è basata sulla ruota del Karma, il processo attraverso cui le buone e le cattive azioni determinano la qualità delle proprie vite, sia presenti che future. In pratica quando un’anima muore è destinata a reincarnarsi e la sua successiva condizione sociale dipenderà da come si è comportato nella vita precedente. La società indiana è divisa in caste e tutti devono eseguire gli ordini che la loro condizione gerarchica impone. Questi ordini si chiamano Dharma e sono doveri morali, sociali e religiosi che ciascun individuo deve seguire per il suo bene e per quello della comunità. La maggior aspirazione di un indiano è ovviamente quella di sfuggire a questo ciclo eterno, chiamato Samsara, e di riuscire a raggiungere l’illuminazione spirituale.

Le caste indiane

Il sistema delle caste indiane è basato sulla suddivisione dei vari tipi di lavori. Esistono 4 caste principali, chiamate Varna, più infinite sottocaste fra loro, chiamate Jati. La casta più alta è quella dei Bramini, composta dai sacerdoti. La seconda è quella dei Kshatriya che sono i guerrieri e i governanti. La terza invece è quella dei Vaishya, che sono artigiani e mercanti, e infine c’è la casta degli Shudra, che sono gli operai che servono le prime tre caste.

Esiste inoltre una sottoclasse degli ultimi degli Shudra che è quella dei Dalit, ovvero gli intoccabili. Chiamati anche Paria, sono considerati impuri e tocca a loro fare i lavori più degradanti: pensate che alle caste più alte è vietato entrare in contatto con loro perché sono considerati fonte di impurità. Solo Gandhi, a seguito di una grande battaglia, sostituì il termine di intoccabili con quello di Harijan, ovvero creature di dio.

Ma non finisce qui perchè ci sono ancora i Sadhu, ovvero coloro che hanno rinunciato al sistema delle caste, ai beni materiali e al denaro per vivere in solitudine, in meditazione e alla ricerca dell’illuminazione.

Per fortuna il sistema delle caste è stato abolito, anche se purtroppo esistono ancora alcune discriminazioni, come ad esempio i matrimoni tra due diverse gerarchie che continuano a non essere ben visti.

Le maggiori divinità dell’induismo

Dire che nell’induismo ci sono tantissimi dei, è un modo di dire che il Dio Indù, ovvero il Brahman, ha svariati modi per manifestarsi in quanto lui non ha forma. I principali dei dell’Induismo sono tre, conosciuti anche come Trimurti: Brahma il creatore, Vishnu il conservatore dell’universo e Shiva il distruttore, ovvero colui che distrugge il mondo quando esso si presenta irrimediabilmente guasto.

Vishnu

Ma il modo migliore per rappresentare un dio è affiancargli una dea, una consorte, perchè la vita nasce laddove esistono coppie di opposti. La moglie di Brahma è Saraswati, dea dell’arte e della conoscenza. Lakshmi invece è la consorte di Vishnu ed è la dea dell’abbondanza e della prosperità. Infine se Shiva è colui che distrugge, Shakti è colei che da la vita e che combatte il male e può assumere diverse forme a seconda di quale aspetto naturale deve rappresentare: è conosciuta infatti anche come Parvati, che significa “appartenente al monte”, come Durga la dea guerriera, come Kali, la dea della distruzione e della morte, e con altre molte forme.

Saraswati

Molte divinità del pre induismo sono state assimilate dall’induismo come ad esempio il padre cielo, la madre terra, Agni il dio del fuoco, Surya il dio del sole, Varuna il dio dell’universo, Indra quello della pioggia, eccetera. Tra le divinità, quattordici di esse sono fiumi e il più importante e famoso è il Gange: il fiume più venerato al mondo.

il Gange, photo by Shiv Prasad on Unsplash

Ma non finisce qui… Nei prossimi articoli vi parlerò dei matrimoni indiani, degli abiti e degli ornamenti delle donne e di tanti aspetti di questa cultura. Ma vi elencherò anche le letture che mi hanno portato ad avere questa curiosità di cui vi svelo già un segreto: non le ho ancora finite!

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